Principio n. 5
La biodiversità e la sostenibilità sono pilastri fondamentali del metodo MANS, ne abbiamo già parlato, ma sono così cruciali da meritare un approfondimento ulteriore. Questo approccio agricolo non solo promuove un sistema vitivinicolo resiliente, ma contribuisce anche a preservare e rigenerare gli ecosistemi.
Strategie per la biodiversità e sostenibilità nel metodo MANS.
- Consociazioni e inerbimento permanente
- Favorisce la diversità vegetale nel vigneto e garantisce un ecosistema equilibrato.
- Stimola le radici delle piante senza richiedere irrigazioni, creando un ambiente autosufficiente.
- Siepi e alberature
- Le siepi e gli alberi, posizionati attorno e all’interno del vigneto, migliorano il microclima e attirano specie utili, rafforzando la rete ecologica.
- Compost e fertilizzanti naturali
- L’utilizzo di compost arricchisce il suolo con sostanze organiche e microorganismi benefici, favorendo un terreno vivo e fertile.
- Pascoli e colture diversificate
- L’integrazione di pascoli per cavalli e coltivazioni alternative riduce la monocultura e contribuisce all’equilibrio del sistema.
- Predilezione per cultivar locali
- Valorizzare varietà autoctone significa conservare il patrimonio genetico e aumentare la resilienza alle condizioni climatiche locali.
- Controllo biologico dei parassiti
- L’introduzione di insetti utili e il monitoraggio delle specie animali e vegetali contribuiscono al bilanciamento naturale dell’ecosistema (per esempio, la casetta per i ragni fitoseidi per il controllo dell’erinosi)
Focus sulle piante di copertura e biodiversità microbica
- Piante di copertura
- Specie come trifoglio e veccia, insieme a graminacee, vengono utilizzate per migliorare la struttura del terreno e arricchire il suolo.
- Una gestione attenta del taglio delle coperture favorisce la rigenerazione del suolo e la biodiversità.
- Biodiversità microbica
- L’introduzione di compost maturo e la stimolazione delle micorrize favoriscono l’assorbimento di nutrienti e migliorano la salute delle viti.
- Una comunità microbica attiva è essenziale per garantire un suolo fertile e resiliente.
Le piante mellifere e il ruolo degli impollinatori
Piante mellifere autoctone come corniolo, prugnolo e biancospino sono integrate tra i filari o lungo i confini. Questi fiori attirano impollinatori come api e insetti utili, essenziali sia per la riproduzione delle piante che per il controllo biologico dei parassiti.
Gestione sostenibile del suolo
- Non lavorazione del suolo
- Evitare la lavorazione protegge la struttura del terreno e preserva la comunità microbica.
- Pacciamatura organica
- L’uso di biomassa, potature triturate e pacciamature organiche mantiene l’umidità e arricchisce il terreno di sostanza organica.
- Compostaggio maturo e monitoraggio
- L’introduzione regolare di compost e il monitoraggio della qualità del terreno garantiscono l’equilibrio dei cicli di nutrienti.
La gestione dell’acqua: un equilibrio naturale
I vigneti gestiti con il metodo MANS beneficiano di un ecosistema che non richiede alcuna irrigazione, nemmeno per i vigneti più giovani. Questo risultato è reso possibile dall’inerbimento permanente, dalle pratiche di conservazione del suolo, dalla biodiversità vegetale che migliorano la capacità del terreno di trattenere l’umidità, ma soprattutto dalla tipologia di impianto che preserva le radici senza alcun taglio.
Un ecosistema strutturato e sinergico.
Il metodo MANS dimostra come un approccio olistico alla viticoltura possa integrare biodiversità, sostenibilità e resilienza, creando vigneti che non solo producono vini di alta qualità, ma rigenerano anche gli ecosistemi. Questo approccio rappresenta un modello per l’agricoltura sostenibile, capace di rispettare la natura e le sue risorse.
Il metodo adotta un approccio paesaggistico olistico che trasforma l’azienda agricola in un ecosistema integrato. Questo sistema comprende vigneti, pascoli e boschi anche con zone non produttive che diventano rifugi per la fauna selvatica, contribuendo alla conservazione della biodiversità.
La progettazione del vigneto non si limita alla produzione di uve, ma considera l’intero sistema, con piante arboree mellifere e non che circondano i vigneti, creando sinergie naturali e migliorando la salute del suolo. Questo approccio non solo garantisce la sostenibilità ambientale, ma offre anche un supporto fondamentale per la qualità del vino.
Il suolo: fondamento di vita e qualità
Un suolo vivo e sano è la chiave per una viticoltura rigenerativa e di qualità. Le sue funzioni vanno ben oltre il sostegno alle piante:
- Immobilizzazione del carbonio e ritenzione idrica:
- Un suolo ricco di materia organica è capace di trattenere l’acqua e immagazzinare carbonio, riducendo la dipendenza da input esterni.
- Base per le fermentazioni spontanee:
- Un terreno vitale migliora l’accumulo di lieviti indigeni, oltre a fornire azoto e vitamine essenziali per fermentazioni spontanee ottimali.
Obiettivo finale: Vini autentici e artigianali
L’obiettivo ultimo del metodo MANS non è solo produrre uve di qualità, ma creare vini autentici, frutto di un approccio artigianale e privo di input esterni.
Il legame tra il microbioma del suolo, la salute della vite e i lieviti indigeni è fondamentale per ottenere vini che esprimano pienamente il terroir.
Ruolo del microbioma nel miglioramento del vigneto e del vino
- Salute e vitalità della vite:
- Il microbioma del suolo, composto da batteri, funghi e altri microrganismi, è essenziale per la salute della vite.
- Microrganismi benefici aumentano la disponibilità di nutrienti essenziali, come azoto e fosforo, promuovendo una crescita equilibrata e riducendo lo stress.
- Simbiosi con le radici:
- Micorrize e funghi benefici creano una rete simbiotica con le radici, migliorando l’assorbimento dei nutrienti e ottimizzando l’equilibrio idrico.
- Resilienza agli stress:
- Un suolo sano rende la vite più resistente agli stress biotici (parassiti) e abiotici (siccità, salinità), contribuendo a una produzione di uve stabili e ricche di microflora.
- Lievi indigeni e terroir:
- I lieviti indigeni presenti sulle bucce dell’uva derivano in gran parte dal microbioma del suolo e ambiente circostante.
- Quando il terreno è ricco di biodiversità microbica, la popolazione di lieviti diventa più varia e stabile, migliorando la qualità delle fermentazioni.
- Profili aromatici distintivi:
- La diversità microbica del suolo concorre nella complessità delle fermentazioni, contribuendo a vini con aromi complessi e unici che esprimono il terroir.
L’armonia tra natura e vino.
Grazie a questo approccio olistico, il metodo MANS dimostra come un’agricoltura rispettosa del suolo e della biodiversità possa portare non solo a vini di alta qualità, ma anche a un ecosistema vitivinicolo rigenerativo.
La connessione tra suolo, viti e lieviti indigeni non è solo un elemento tecnico, ma un principio guida per creare vini autentici, in grado di raccontare la storia e l’anima del territorio da cui provengono.
Impatti sulla vinificazione
Un vigneto con una popolazione sana di lieviti indigeni offre numerosi vantaggi, contribuendo a una produzione vinicola che valorizza l’autenticità del terroir. Ecco i principali benefici:
- Fermentazioni spontanee più stabili
- Una popolazione microbica ricca e diversificata garantisce fermentazioni naturali affidabili, riducendo il rischio di arresti improvvisi.
- Maggiore espressione del terroir
- I lieviti autoctoni contribuiscono a creare un profilo aromatico unico, esprimendo al meglio le caratteristiche distintive del territorio.
- Apporto ottimale di azoto
- L’uso di compost e piante azotofissatrici, come trifoglio e veccia, arricchisce il terreno di azoto organico, che viene assimilato dalle viti e immagazzinato negli acini. Questo garantisce contenuti ideali di APA (azoto assimilabile dai lieviti), essenziale per fermentazioni spontanee fluide.
- Presenza di vitamine essenziali
- Il microbioma del suolo produce vitamine del gruppo B (tiamina, niacina, acido pantotenico), che vengono trasferite alla pianta e accumulate negli acini.
- La tiamina (B1), in particolare, è fondamentale per la crescita e l’attività dei lieviti durante la fermentazione, favorendo un processo più robusto e stabile.
- Minore necessità di interventi in cantina
- Una microflora sana sulle uve riduce dunque la necessità di inoculare lieviti commerciali o utilizzare correttori per sostenere la fermentazione, rendendo il processo più naturale e meno invasivo.
Un suolo rigenerato: fondamento per la qualità
Un suolo sano e rigenerato non solo migliora la qualità delle uve e dei lieviti stessi, ma fornisce nutrienti essenziali, come azoto assimilabile e vitamine, per una fermentazione spontanea complessa e robusta. Questo approccio esalta il legame tra terra, vite e vino, esprimendo al massimo l’autenticità del terroir.
Prova sul campo: Esperienze e evidenze scientifiche.
Io stesso ho osservato i benefici diretti di queste pratiche nel tempo. Le fermentazioni spontanee, inizialmente lente e imprevedibili, sono progressivamente migliorate, con tempi di attesa per l’avvio delle fermentazioni notevolmente ridotti.
Ma oltre all’esperienza pratica, anche la ricerca scientifica conferma l’importanza del microbioma del suolo nella determinazione della qualità dell’uva e del vino. Ecco due studi recenti:
- Studio sul Vino Nobile di Montepulciano (Toscana)
- Ricercatori dell’Università di Bologna hanno analizzato il microbioma del suolo in diverse unità geografiche della zona del Vino Nobile di Montepulciano.
- I risultati hanno mostrato che specifiche abbondanze di batteri e funghi nel suolo influenzano direttamente caratteristiche fondamentali del vino, come aroma, colore e sapore.
- Link allo studio
- Studio sul microbiota dei vigneti di Monforte d’Alba (Piemonte)
- Ricercatori del Dipartimento di Scienze Agrarie hanno esaminato la biodiversità batterica e fungina in vigneti della zona di Monforte d’Alba, correlando i dati con parametri produttivi come il pH fogliare, la produzione per pianta e la maturità fenolica dei semi.
- La ricerca ha evidenziato che una maggiore biodiversità microbica nel suolo è associata a caratteristiche produttive e qualitative superiori delle uve.
- Link allo studio
Queste evidenze scientifiche e pratiche dimostrano che un approccio rigenerativo al suolo non solo migliora la salute del vigneto, ma ha un impatto diretto e tangibile sulla qualità del vino. La connessione tra microbioma del suolo, lieviti indigeni e vinificazione è un elemento centrale per ottenere vini autentici, complessi e distintivi, capaci di raccontare il territorio da cui provengono.
Conclusione: Un vigneto come ecosistema vivo.
Il metodo MANS rappresenta un approccio capace di trasformare il vigneto in un vero e proprio ecosistema vivo, in grado di produrre vini di alta qualità in perfetta armonia con la natura. Questo risultato è reso possibile dalla promozione della biodiversità, sia nel sottosuolo che nello strato superficiale, e dall’integrazione del vigneto nel paesaggio e nell’ambiente circostante.
Lo sviluppo della biodiversità nel sottosuolo è cruciale, perché stimola le interazioni simbiotiche tra piante, microbi e animali. Allo stesso modo, l’integrazione di altre specie vegetali nel vigneto contribuisce a creare corridoi micorrizici, reti naturali che favoriscono il trasferimento di nutrienti e migliorano la salute delle piante.
L’importanza di preservare le connessioni naturali
Queste reti micorriziche, tuttavia, sono delicate e possono essere danneggiate da lavorazioni profonde. Per questo motivo, il metodo MANS non prevede lo scasso del terreno al momento dell’impianto. Al contrario, adotta lavorazioni superficiali che non superano i 30 cm di profondità, rispettando così la struttura naturale del suolo e preservando le connessioni vitali tra le radici.
Uno sguardo alla prossima puntata
Nel prossimo capitolo esploreremo un tema altrettanto affascinante: l’integrazione tra vigneto, animali e pratiche di allevamento sostenibile. Scopriremo come questa sinergia possa arricchire ulteriormente l’ecosistema agricolo e contribuire a un’agricoltura più rigenerativa e rispettosa dell’ambiente.
Restate connessi!!